Basta menzogne sul “femminicidio”: atteniamoci ai dati ufficiali

Dato che i giornalisti di professione non fanno il loro mestiere, cercherò di farlo io al posto loro. Inoltre, vorrei dimostrare – dati ufficiali alla mano – che il fenomeno del femminicidio non esiste, è pura retorica politica e femminista.

Non è più tollerabile assistere al massacro politico, mediatico e giornalistico del genere maschile e della figura dell’uomo in generale. In quanto uomo mi sento offeso e indignato dalle continue sparate femministe dell’attuale presidente della Camera. Sono un uomo felicemente sposato, a mia moglie devo molto, moltissimo, ma questo non mi impedisce di ricercare sempre la verità dei fatti, non favole retoriche e pretestuose per saziare la frustrazione di alcune donne contro il genere maschile in quanto tale. Credo che sia una forma di discriminazione violenta e inaccettabile. Mi auguro che gli uomini e le donne che ragionano con la propria testa si ribellino a questa propaganda falsa, pericolosa e distruttiva della dignità di milioni di persone. Probabilmente ci sono associazioni che chiedono denaro e la Task Force che si sta approntando sul femminicidio va proprio in quella direzione. Ed è sempre un buono argomento per distogliere l’attenzione sui più gravi problemi economici e sociali che l’Italia sta vivendo. E constato con tristezza e indignazione che i bambini, gli anziani e gli uomini in generale sono scomparsi totalmente dalle cronache di violenza sui media, sia televisivi che cartacei. I bambini, soprattutto, andrebbero tutelati e protetti.

Nel Rapporto sulla criminalità in Italia del Ministero dell’Interno si trovano le tabelle degli omicidi commessi in Italia fino al 2006. E’ possibile scaricare tutto in formato pdf.

http://www.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf

Ebbene, si evince dal capitolo IV, riguardante Gli omicidi volontari e nel capitolo V, Le violenze contro le donne, che gli omicidi in Italia sono passati da 1441 del 1992 a 621 nel 2006. Gli omicidi di stampo criminale sono calati fino a 121 nel 2006 a fronte di 340 nel 1992; contemporaneamente gli omicidi familiari sono arrivati a 192 nel 2006 contro i 97 del 1992 (pag. 118). Gli omicidi familiari sono aumentati, questo è vero e provato.

Vediamo le percentuali per genere e rapporti familiari. Nel periodo 2001-2006 gli omicidi familiari sono suddivisi in questo modo: femmine 62,9 %; maschi 26,0 % ; padri uccisi 25,1 %, madri 7,4 %; figli maschi 18,2 %, femmine 14,5 %; nonni, zii, fratello/sorella, cugini, nipoti maschi 17,2 %, femmine 5,6 % (pag. 119).

Esiste un rapporto di 2-3 a 1 di omicidi di donne rispetto agli uomini in famiglia, ma un padre ha la probabilità di essere ammazzato tre volte tanto rispetto a una madre e lo stesso vale per nonni, fratelli, zii e nipoti.

Passiamo adesso ad analizzare le vittime di violenza nel periodo 2004-2006. I maschi sono il 73,4 %, le donne il 26,6 %. Nel periodo 1992-1994 i numeri sono: maschi 84,7 %, femmine 15,3 %. La violenza contro il genere femminile è aumentata dell’11,3 % in 14 anni (pag. 123). C’è un dato interessante che viene sempre ignorato quando si parla di violenza contro le donne. Sotto la voce Autori di omicidi, si scopre che la percentuale degli omicidi commessi da donne è passata dal 5,1 % del 1992-94 all’8,3 % del 2004-06 (pag. 126). Sono quasi raddoppiati in 14 anni.

A pagina 132-33 si parla di quasi 7 milioni di donne, tra i 16 -70 anni di età, che si presume abbiano subito un qualche tipo di violenza fisica o sessuale nell’arco della vita. Purtroppo, in questo caso,non viene citata alcuna fonte. Questo dato non può essere preso in considerazione perché manca totalmente qualsiasi tipo di registrazione documentale che attesti simili cifre.

Andiamo avanti. Si scopre – cosa incredibile anche per me – che l’uomo violento ha subito nel corso dell’infanzia violenza fisica o sessuale in percentuali maggiori da parte della madre: madre violenta verso il figlio maschio 42,4 % sì, 6,5 % no; padre violento verso il figlio maschio 34,8 % sì, 6,2 % no (pag. 139).

Prendendo un’altra fonte su internet si scopre che le donne sono responsabili del 15,1 % del totale degli omicidi nel 2010, quindi il triplo rispetto al 1992-94. Nello stesso articolo, dati Eurispes, scopriamo che gli infanticidi sono aumentati di quasi cinque volte in due anni. Infatti dai 4 del 2008 passiamo ai 18 del 2010.

http://unimarconi.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=10426770

Confronto con gli altri Stati europei

Riprendendo in mano il Rapporto sulla criminalità del Ministero dell’Interno abbiamo questo quadro: la percentuale di omicidi di donne ogni 100.000 mila abitanti in Italia è di 0,5 %; in Svezia è di 0,6 %; in Finlandia è di 1,8 % e infine nel Regno Unito è di 0,4 %, quest’ultimo è il dato più basso in Europa. Questi dati sono del 2001 (pag. 160). Quindi, si evince che le donne italiane sono più sicure rispetto alle tanto invidiate donne svedesi, per non parlare delle finlandesi.

Secondo gli ultimi dati ufficiali dell’ONU sulla violenza contro le donne, aggiornati al 2012, indicano che l’Italia è il Paese più sicuro d’Europa per le donne, dopo la Grecia. Vediamo i dati. Sempre con le percentuali di omicidi di donne ogni 100.000 mila abitanti: Italia 0,5 %; Svezia 0,6 %; Regno Unito 0,8 %; Germania 0,8 % e infine Francia, per prendere solo i Paesi più rappresentativi, 0,9 %. Questi dati indicano in maniera inequivocabile che l’Italia è all’avanguardia in Europa ed è attrezzata benissimo contro la violenza sulle donne e che le leggi, che spesso non vengono applicate, sono più che sufficienti per limitare il fenomeno. Eliminarlo è impossibile, come qualsiasi tipo di violenza. Per visualizzare i dati da me riproposti potete selezionare il riquadro Homicides by sex sul sito dell’ONU:

http://www.unodc.org/unodc/en/data-and-analysis/homicide.html

Il sito Bollettino di Guerra indica la cifra di 124 donne uccise nel 2012, ma in realtà la cifra non corrisponde al vero perché nel conto delle 124 vittime vengono calcolati gli omicidi collaterali,cioè: se un uomo stermina la sua intera famiglia in cui vi sono presenti oltre alla moglie anche, per esempio, due figli maschi e il suocero, anche quest’ultimi vengono considerati femminicidi. Un conteggio reale, tolte le vittime maschili, conta l’omicidio di 75 donne, mentre il Corriere della Sera ne conta solo 67:

http://bollettino-di-guerra.noblogs.org/

Anche Wikipedia:

http://it.wikipedia.org/wiki/Femminicidio

Last but not least, gli omicidi per stalking dall’inizio del 2013 sono 50: 35 procurati da uomini e 10 da donne (questo delle donne è un vero record). Tra il 2002 e il 2009 gli omicidi di uomini procurato da donne è aumentato dal 5 % al 9 %, quasi il doppio in appena sette anni. Gli omicidi femminili sono passati dal 16 % al 22 %, un incremento certamente più modesto anche se inquietante.

http://www.stalking.it/?p=3598

Finalmente concludo. Non ho scritto questo articolo contro le donne, ma per evitare che si faccia scempio di un termine completamente abusato e avulso dalla realtà italiana: femminicidio. Il termine è diventato popolare per indicare le uccisioni di ragazze e donne nella città messicana, in mano ai narcos, di Ciudad Juarez, in cui sono state uccise migliaia di donne in pochissimi anni. Sarebbe utile leggersi il libro di Sergio Gonzales Rodriguez Ossa nel deserto (editore Adelphi, 2002): descrizione agghiacciante e spaventosa della violenza esplosa nello Stato di Chihuahua, di cui Ciudad Juarez ne è la capitale, all’inizio degli anni ’90 (e che dura fino ad oggi). Le vittime più indifese sono sicuramente le donne, uccise e a volte violentate da bande di scellerati in odore di onnipotenza. Ma questa è un’altra storia.

Sento parlare di leggi speciali per la protezione delle donne, come se si volesse porre la donna al di sopra degli uomini di fronte alla legge. Questo, se mai avvenisse, sarebbe un passo gravissimo e immorale. Le leggi per proteggere la donna ci sono già, ma bisogna farle applicare. Io vorrei ricordare a tutti cosa recita la nostra Costituzione, che spesso si ignora quando fa comodo, all’articolo numero tre:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

 

56 risposte a "Basta menzogne sul “femminicidio”: atteniamoci ai dati ufficiali"

  1. Ciao!
    Condivido per quanto riguarda l’abuso del termine usato a ogni piè sospinto e senza stare troppo a pensarci sopra…permettimi però un paio di appunti (uso il maiuscolo solo per evidenziare, non per “urlare”, mi scuso fin d’ora):
    1 – quando si citano DATI PERCENTUALI non si può dire che se si passa dal 5,1% all’8,3% (non ricordo bene le cifre, ma non importa) allora c’è stato UN RADDOPPIO. Non è vero! Non è metodologicamente corretto. C’è stato un AUMENTO di PUNTI PERCENTUALI, che è ben diverso da un raddoppio.
    2 – l’articolo sciorina molti dati….tutti ufficiali! Quello su cui dobbiamo riflettere è invece il numero di violenze commesse ogni giorno e CHE NON VENGONO DENUNCIATE e che quindi non finiscono nei dati ufficiali. Quante donne hanno PAURA di denunciare chi fa loro del male? Quante donne mandano giù i bocconi amari senza fiatare? Quante donne subiscono violenza, ma vivono in contesti così culturalmente deprivati da non intenderle nemmeno come violenze vere e proprie?
    Soprattutto sulla seconda dobbiamo riflettere; solo perchè noi siamo “maschi-moderni-non-gorilla-non-violenti” non vuol dire che tutto il mondo sia paese.
    Ciao!
    Un maschio qualunque.

    1. Ciao.
      Io ho scritto un’altra cosa: gli omicidi con autori donne sono quasi raddoppiati in 14 anni. Quindi non ho scritto solo “raddoppiati”. Sicuramente esistono delle violenze non denunciate ma non possiamo sparare numeri a caso come fanno tanti giornalisti e persone interessate, magari per scopi politici. La storia non si fa con i “se” e con i “ma”, ma con dati certi e sicuri.
      Grazie per il commento.
      Buona giornata.

      1. Capisco la tua precisazione, ma permettimi non coglie il punto; la questione è che con dati percentuali non ha senso parlare di “raddoppiato”, “quasi raddoppiato”, “dimezzato”, “triplicato” e chi più ne ha…semplicemente perchè appunto sono dati percentuali e non si possono confrontare tra loro. Stai assumendo che, negli anni che confronti, il numero totale di omicidi sia lo stesso (il che presumo non sia vero, altrimenti sarebbe una congiuntura da giocarsi i numeri al lotto…)…se e solo se il numero di omicidi è lo stesso, allora sì he avrebbe senso dire “quasi raddoppiato”. Esempio: (sparo numeri in libertà) supponi che nel 2001 e nel 2002 il numero totale di omicidi sia stabile 100…se si passa da un anno all’altro dal 5,1 al 8,3 allora ha senso dire ” quasi raddoppiato”. MA: se nel 2001 gli omicidi TOTALI sono 86 e nel 2002 sono 260…capisci che confrontare 5,1 (del 2001) con 8,3 (del 2002) e dire “quasi raddoppiato” non ha senso: facendo i calcoli nel 2001 sono 6 omicidi di donne, nel 2002 invece sono 3 (neanche a farlo apposta, circa la metà…anzichè raddoppiato).
        Ora, dopo questa digressione metodologica, ti devo delle scuse, non ho visto che nel titolo parlavi già espressamente di “dati ufficiali”.

        Ciao!

      2. Ho capito il tuo appunto. Quello che ho scritto è esatto rispetto alla percentuale degli omicidi compiuti dagli uomini. Gli uomini, oggi, uccidono molto meno rispetto al 1992-94. Mentre la percentuale degli omicidi compiuti dagli uomini è diminuita negli ultimi 20 anni, la percentuale degli omicidi compiuti dalle donne è rimasta costante. Quindi, in sintesi, gli uomini sono sempre meno violenti, mentre le donne no. Grazie per avermi dato modo di riguardare i dati. Ciao

  2. Ho letto con interesse il tuo articolo, premettendo che rispetto un punto di vista diverso dal mio avrei alcune osservazioni da fare…più che i giornali (che spero ti sia accorto che ci propinano solo cretinate e di certo a rivelarcelo hai scoperto solo l’acqua calda) ti consiglio di consultare i dati che vengono raccolti dalla Casa delle donne di Bologna, che elabora a livello nazionale i dati provenienti dai centri antiviolenza di tutte le regioni d’Italia. Ti consiglio di entrare in contatto con persone che lavorano nel campo e chiedergli realmente di cosa si tratta. Il termine femminicidio è purtroppo spesso inflazionato (soprattutto nei media che io ormai ritengo cavalcare l’onda di qualunque fenomeno pur di distogliere l’attenzione dei decelebrati che ancora gli danno credito) ma il fatto che esistano reati d’odio contro le donne no.Io sono diventata per una serie di avvenimenti che mi hanno vista vittima di un uomo che non ha accettato il mio no e che per questo motivo per mesi mi ha perseguitata minacciandomi di morte, un’operatrice volontaria in un centro antiviolenza, non mi sono mai ritenuta femminista ed anzi sono circondata da un numero maggiore di amici maschi che sotto certi punti di vista ritengo anche migliori delle amiche che si incontrano nella vita, ma da quando ho cominciato ho toccato con mano la quotidianità del fenomeno. Prima che capitasse a me o che mi trovassi in un centro come questo, credevo anche io che fosse la solita “bolla” mediatica, il solito fenomeno inflazionato e ritenevo gli argomenti sul tema il frutto di un pensiero schierato. Essendo a contatto ogni giorno con il fenomeno ti rendi conto che è diffuso in ogni classe sociale, in ogni età, in ogni nazionalità ed in ogni cultura. E’ come un filo che lega insieme milioni di vite profondamente diverse in tutto il mondo. Il concetto di femminicidio parte dall’idea di chi crede di poter fare della sua donna quel che vuole (compreso ucciderla appunto) proprio in quanto donna. Posso assicurarti che molti uomini hanno inconsciamente questo pensiero. La violenza sulle donne si alimenta loro fragilità e domina grazie alla forza fisica che un maschio inevitabilmente possiede in quantità superiore. Inoltre poter avere la definizione di questo reato permette l’applicazione di pene CERTE ed IMMEDIATE che sicuramente i parenti e gli amici di queste vittime ESIGONO, che fungerebbero anche da deterrente per i maltrattanti, e che troppo spesso latitano nel nostro sistema giudiziario. Ritengo una forma di civiltà l’istituzione di questo reato. Sono molto contenta che la tua maschilità si distacca da questo modo di concepire la donna e che tu credi che non ve ne sia il bisogno, purtroppo la realtà è che molti uomini non la pensano cosi.e questo anche senza le femministe.

    1. Ciao Lilian,
      lo scopo del mio articolo non era rivelare l’acqua calda, ma semplicemente ricercare un minimo di verità su un argomento abusato da tutti. Non si può restare inerti di fronte alle falsità di politici, giornalisti e intellettuali su un tema così tragico e importante. Anch’io conosco una donna che lavora come volontaria in un centro anti violenza e sono cosciente che il problema esiste e difatti io non lo nego nel mio articolo, ma cerco di riportarlo a dati certi e verificabili. Bisogna combattere la violenza contro le donne, giustissimo, senza dimenticare la violenza contro i bambini, gli anziani e gli stessi uomini. Mi sembra che oggi ci sia un’attenzione morbosa verso le donne e si dimentichi invece tutto il resto. Quante donne sono implicate nella violenza contro i minori? Eppure nessuno si sognerebbe di condannare un intero genere come si fa con gli uomini. Questo comportamento non è degno di una società che si considera civile. Dobbiamo combattere la violenza, tutta la violenza. Non dimentichiamoci mai che dietro un violento spesso c’è anche una madre violenta, con cui il violento ha instaurato un rapporto spesso perverso e di totale sudditanza. Invece si parla sempre dei padri violenti, mai delle madri. Smettiamola con gli slogan e guardiamo in faccia la realtà, se davvero vogliamo combattere la violenza.
      Grazie per il tuo commento.
      Buona giornata.

    2. Salve Lilian,
      ho letto con interesse la tua risposta all’articolo e vorrei fare una considerazione: per questi reati contro le donne esistono già moltissime definizioni come omicidio, stupro, percosse, stalking, diffamazione, ingiuria, rapimento, ecc. Il genere femminile per centinaia di anni ha combattuto per avere pari dignità e diritti nei confronti dell’uomo e fortunatamente ci è riuscito, solo che ora sembra che voglia addirittura superare questo limite e mettersi un gradino sopra. Uomini e donne sono uguali di fronte alla legge e per questo uccidere una donna è sbagliato almeno quanto uccidere un uomo. Secondo il mio modesto parere rompere questo equilibrio di diritti e doveri nei confronti del prossimo (che sia uomo o donna) sarebbe un errore madornale in quanto sfalderebbe il concetto di uguaglianza.
      Buona giornata.
      Tiziano

    3. Lilian? Se un maschio venisse calunniato da una femmina troverebbe sostegno nel tuo centro antiviolenza? Oppure è di parte? Cioè di genere? 😉

      Non nego l’esistenza del fenomeno, ma giocare il ruolo di vittime è molto comodo.
      Poi ancora non hai risposto alla domanda che tutti si fanno: Il reato di omicidio non è sufficiente?

      ps lo stalking lo fanno anche le donne. Eccome se lo fanno. E sono davvero brave. Anche a pedinare! Farebbero invidia a James Bond.

    4. Dietro al “femminicidio” ci sono i soldi che vengono dati alle associazioni che dovrebbero interessarsene. In Italia la legge prevede 85 milioni di euro alle “cooperative di donne”. Cooperative che non è ingiustificato ritenre siano espressioni dei partiti che intercetteranno quei fondi per farsi i fatti loro.

      In ogni caso come già altri hanno fatto notare non è che in mancanza del “femminicidio” l’omicidio sia consentito in un qualsiasi paese minimamente civile. Per cui è superfluo.

      Tra l’altro anche come aggravante, è tutto da dimostrare che una donna venga uccisa “in quanto donna”, per lo più avviene per motivi molto più banali: interesse, rivalità, gelosia ANCHE PER MANO FEMMINILE.

      Ora, far passare metà della popolazione mondiale “assassina” e l’altra metà “vittima” è non solo ingiusto, ma una follia. E si dimentica che spesso vittime di fidanzate/mogli/madri violente ci sono altre donne: come le madri, figlie, sorelle, nuove fidanzati o mogli di persone che hanno avuto la sventura di incontrare la donna sbagliata e che grazie proprio a questa mentalità dominante del vittimismo si sentono autorizzate a qualsiasi comportamento: tanto male che vada piagnucoleranno in TV (a loro è concesso) e otterranno una pena ridocola o addirittura l’assoluzone..

      Quanto alla Casa dell Donne di Bologna (o Artemisia a Firenze ecc.) lasciamo perdere, valà.

      Donne che parlano di donne, con le donne tra le donne, insieme alle donne…

      …tutta retorica che è servita a scopi molto più di facciata, di visibilità politica e sociale altroché.

      Chiuderli subito i CAVD! E massimo rigore nei confronti delgi avvocati che cavalcano false accuse, spesso suggerendo comportamenti provocatori al fine di ottenere vantaggi.

      Tranquilla che ci faccio la firma a rapinare case e stipendi in cambio di due lividi.

    1. Io comunque non farei alcun parallelismo tra omicidi, che sono fortunatamente in numero ridottissimo, e la “violenza di Stato” operata dai Tribunali per conto delle mogli.

      Sono cose diverse che semmai testimoniano la pazienza con cui vengono sopportate certe sentenze ottuse e arroganti.

  3. Sono una Donna felicemente fidanzata con un uomo meraviglioso che mi rispetta e non ritengo di far parte di un gruppo di femminista. Sono pienamente d’accordo sulla strumentalizzazione del femminicidio, ma tranquillo tra un pò passerà…come ogni argomento aimè dopo il boom mediatico va nel dimenticatoio, si spera solo di fare piccoli passi avanti approfittando dell’attenzione. Rispetto l’opinione personale, ma devo dire che nel leggere questo articolo sono rimasta basita da una frase in particolare: “il fenomeno del femminicidio non esiste, è pura retorica politica e femminista”, il non esiste mi disturba un pò.
    Parlando di numeri veri e non di percentuali (che senza il dato numerico non hanno alcun valore) nel 2011 in Italia 13.137 donne si sono rivolte ad un centro antiviolenza per cercare aiuto! Sempre nel 2011 sono state uccise 137 donne dal compagno, un ex-amante, da un famigliare e i numeri crescono ogni anno…un bel numero! Non si possono paragonare gli omicidi maschili con queste storie, qui non si parla solo di omicidio ma di anni di violenza, abusi e maltrattamenti, vere e proprie torture psicologiche e fisiche, l’omicidio è solo la punta dell’ iceberg. Non credo assolutamente che tutti gli uomini siano violenti e non credo neppure sia giusto generalizzare così, ma purtroppo una grande percentuale lo è, molto spesso perchè loro stessi sono stati vittime o testimoni di violenza da parte di madre, padre ma anche da parte di nonni, zii etc etc etc e di chi è la colpa? dei servizi sociali? dello stato? dell’educazione? potremmo aprire un dibattito sull’argomento a non finire, ma non porterebbe di certo ad una soluzione. Tutta la violenza è sbagliata e bisogna lottare per combatterla ma non si combatte di certo sminuendone un tipo. Non credo che questo articolo possa aiutare tutte le persone che da anni lottano per avere delle leggi adeguate che permettano alle donne di difendersi dai loro aggressori, che possa aiutare a far cambiare mentalità alle persone che accettano di subire, alle persone che fanno finta di non vedere, che sottovalutano, ma sopratutto aiutare tutte quelle donne che subiscono o hanno subito violenza.
    Non basta leggere libri o articoli per capire…. e non si può neppure affermare che dato che le statiche dicono che siamo il paese più sicuro d’europa “non ci possiamo lamentare” (da notare l’ho messo tra virgolette).
    Sono felice comunque di trovare uomini, come te, che trovano talmente tanto inconcepibili tali gesti al punto da sentirsi offesi e volersi distaccare da tale generalizzazione (giustamente), ma credimi sei una rarità…se racconti a qualcuno uomo o donna che il tuo lui ti ha attaccata al muro alzandoti da terra prendendoti per il collo molto probabilmente ti risponderà: “eh vabbè, l’avrai fatto arrabbiare”
    Ciao e buona continuazione!

    1. Ciao, non ho mai detto che la violenza contro le donne non esiste. Io critico il termine “femminicidio” e l’uso strumentale e falso che se ne fa. Gli slogan non servono a niente e hanno un effetto devastante sulle persone: fanno smettere di pensare e si ripete come ossessi un mantra. Attenzione: sulle cifre delle donne uccise, come ho già scritto nell’articolo, spesso vengono inclusi anche gli uomini, come è già stato fatto nel 2012. Esiste ed esisterà sempre la violenza, l’unica cosa che possiamo fare è limitarla al massimo, come giustamente hai detto tu, facendo prevenzione, attivando i servizi sociali ecc. 13.000 donne che hanno subito violenza, sempre troppe e ingiustificate, non equivalgono a 2, 3 o 5 milioni di violenze, come ho letto e ascoltato su alcuni quotidiani nazionali e tv.
      Grazie per il commento e per le tue parole gentili.
      Buona giornata.

      1. attenzione emiliano, si parla di 13mila donne che SI RIVOLGONO ad un certo antiviolenza, non è detto che se una donna SI RIVOLGE AD UN CENTRO ANTIVIOLENZA ABBIA REALMENTE SUBITO VIOLENZA, quest ultima va dimostrata senza vizi di indagine , ricordiamo il fenomeno delle false accuse sempre piu diffuso attenzione….

  4. Lei critica il termine “femminicidio” «e l’uso e strumentale e falso che se ne fa». Peccato che neppure lei abbia ben chiaro il significato della parola. Ciò di cui ha parlato diffusamente nel suo blog post è il “femmicidio”. Il “femmiNIcidio” è un atteggiamento culturale (diffuso più o meno capillarmente su un determinato territorio e all’interno di un gruppo sociale), che ha sì il suo apice drammatico nell’uccisione di genere, ma che affonda le sue radici ben più in profondità ed è riscontrabile non solo (e non sempre) in atteggiamenti fisicamente prevaricatori e violenti. La natura stessa del fenomeno fa sì che risulti difficile discuterne a suon di numeri e di statistiche.
    Come si dice, “le parole sono importanti”.

    1. Infatti, le parole sono importanti. Il femminicidio è pura invenzione, per tirare su soldi. Di donne in catene, mi permetta, ne conosco ben poche, e nessuna di quelle che ne parlano diffusamente mi risulta essere asservita a qualsivoglia mentalità patriarcalmaschiliafallocratica. Semplicemnte hanno trovato il turcco per poter farsi sentire.

      Se l’ONU si interessasse di risolvere i problemi di conflitto tra nazioni invece di assecondare associazioni di diffamatrici seriali sarebbe meglio per tutti

  5. Grazie per il tuo articolo; serio e approfondito. L’ho scoperto per caso cercando statistiche sull’argomento. Aggiungerei solamente che finché le donne non si liberano della loro soggezione culturale nei confronti degli uomini, questi cercheranno sempre di dominare e se non possono farlo in altri campi lo faranno in quello fisico. La donna è vittima più che degli uomini prepotenti, della cultura maschilista che le ha trasmesso la madre e la società, soprattutto la televisione.
    Ma termino ripetendo che mi piace il modo scientifico con cui affronti l’argomento. Analizzare i fatti in modo serio è l’unico modo per superare i problemi in modo serio.

  6. Che il numero di uomini uccisi sia maggiore di quello delle donne, non mi sembra un fatto indicativo perché include uomini che uccidono uomini, mentre si dovrebbe fare il paragone tra uomini uccisi da donne con donne uccise da uomini. Ma al di la di tutto questo, non mi risulta che gli uomini abbiano affrontato anni di lotte sociali per avere gli stessi diritti delle donne; e questo fatto, a mio avviso, invalida teorie, statistiche, storie ed altri tipi di numeri che tendano a nascondere la volontà dell’uomo a manipolare e prevaricare la donna. Poi chiaramente ognuno ha la sua opinione

    1. Dai dati CONSOLIDATI del 2008, pubblicati nel 2012 da ANSA/EURES riguardanti i delitti catalogabili sotto violenza domestica o famigliare (ovvero quelli comunemente associati al femminicidio) si vede che su circa 200 casi di quell’anno (vado a memoria)

      127 erano donne uccise
      67 erano uomini uccisi

      Delle donne 24 erano uccise da donne.
      Degli uomini 4 erano uccisi da uomini

      Il numero di vittime di uomini è quindi:

      127 – 23 donne + 4 uomini = 104+4 = 108

      il numero di vittime di donne è invece:

      67 – 4 uomini +23 donne = 63 + 23 = 86

      Ora affermare che 108 sia un numero così alto rispetto a 86 è, voglio sperare sia evidente a chiunque, è chiaramente pretestuoso.

      Faccio notare che cito questi dati perché sono quelli relativi agli anni di punta del piagnisteo sulla “innata violenza maschile”. Dopo il 2012 nessuno ha mai riproposto alcuna informazione di questo genere, ma le organizzazioni vittimistiche hanno accorpato i dati di almeno due anni per poter mantenere costante il dato dell’orrore del maschio violento.

      Inutile poi dire che le famose ricerche che facevano urlare “una su tre!!! Una su tre!!!” alle isteriche interessate di turno erano tutte incentrate sulle SOLE VITTIME DONNE, perché appunto a nessuno che poi deve chiedere SOLDI (e 85 milioni di euro, se permetti sono BEI SOLDI) con la scusa del femminicidio per poi in realtà finanziare i partiti fa comodo mettere sullo stesso piano “vittime” e “carnefici”: bisogno creare il mostro, l’emergenza per giustificare una bella legge e poi spartirsi i denari. Questo tanto per stare su pretesi invalidamenti di teorie e statistiche: bisogna saperle leggere le statistiche prima di citarle o conoscere i dati sperimentali prima di avventurarsi in argomenti con cui non si ha alcuna familiarità.

      Se vuoi possiamo continuare sul numero di morti sul lavoro: un privilegio maschile che vale il 98% delle vittime.

      O sul numero di coscritti per una qualsiasi guerra: non mi risulta sia mai arrivata una cartolina ad una donna per andare a farsi ammazzare in prima linea, forse solo in Israele dove comunque dura due anni contro i TRE dei maschi, e comunque dubito molto che il ruolo di una donna in guerra sia allo stesso livello di fatica e di rischio di un uomo. Negli USA hanno dovuto abbassare i punteggi per farle entrare nei Marines, dove fanno carriera da ufficiali senza quindi avere i requisiti idonei al combattimento richiesti ai loro colleghi.

      In Italia, come in tutto il mondo civile (compreso anche l’Iran) le donne studiano e lavorano, possono fare e fanno i medici, i giudici, le docenti. Possono anche arrivare ai vertici se ne hanno voglia, ma a differenza di un uomo hanno le corsie privilegiate delle quote rosa ch e. Non ricordo che nessuna donna sia mai stata estromessa da un ruolo in quanto tale, mentre lo è stato fatto esplicitamente per un membro del Direttorio BCE.

      Riguardo al fatto che gli uomini abbiano gli stessi diritti delle donne ti inviterei ad entrare in un tribunale e chiedere l’affidamento dei tuoi figli, per capire quale disparità ci sia.

      Per il resto non posso che prendere atto, da uomo, del livello di lavaggio del cervello e dei danni fatti da istituzioni interne all’ONU che invece di fare il loro lavoro di pacificazione (roba da uomini) chiacchierano di femminucce o di chi si crede tale.

      Se poi tu sei abituato a manipolare o fare violenza sulle donne intorno a te, sono problemi tuoi. Parla per te.

  7. Ciao, mi chiamo Anna, stavo cercando materiale sulle DONNE VIOLENTE e mi sono imbattuta nel tuo blog….mi si è aperto un mondo davvero infinito…ma andiamo con ordine, mi presento:
    come ho detto mi chiamo Anna sono di Savona e faccio parte dell’Associazione Papà Separati Liguria….non sono femminista, o meglio, non sono integralista nel senso che mi piace discutere su certi argomento tipo il famigerato FEMMINICIDIO.
    Per il 26 e 27 Novembre sono stata invitata ad una esposizione di documenti sulla violenza sulle donne, dove sarò in una sala a piano terra del Comune di Savona ( sarà presente anche l’associazione Telefono Donna ) e, forse per spirito di verità o forse per provocazione vorrei esporre documento e magari anche immagini della VIOLENZA delle DONNE SUGLI UOMINI E SUI BAMBINI. Ho già trovato del materiale, ma non molte immagini….probabilmente sarò criticata e ostacolata ma non importa.
    Hai del materiale da consigliarmi e/o immagini da stampare ed esporre?
    Grazie e complimenti per il blog!!!
    Anna
    P.S. La violenza non ha sesso!!!!

    1. Ciao Anna! Le tue gentili parole mi rendono molto felice! Grazie mille! Posso darti questi dati che riguardano la violenza sui bambini: http://emilianorizzo.com/2013/01/03/qualche-dato-sulla-violenza-verso-i-bambini/ e questo: http://emilianorizzo.com/2014/05/11/lingiustizia-subita-da-walter-pezzullo-e-le-condanne-di-genere/. In questo ultimo articolo ho postato anche una foto del povero Pezzullo, prima e dopo la violenza subita.

      Se avessi ancora qualcosa da chiedere, mi trovi sempre qui.

      Grazie ancora!
      Buona giornata!
      Emiliano

  8. Bravo, finalmente una voce dal coro importante.. Si potrebbe per favore aggiornare l’articolo con dati + recenti?. . . . D’altro canto posso dirvi con certezza che secondo i dati del DEA di Vercelli (2015) cioè il Pronto Soccorso, ci sono quasi più maltrattamenti fisici ad opera di donne verso uomini che il contrario

      1. Gent.mo Emilio. Mi sono ricordato di un elemento importante riferitomi da un poliziotto che presta servizio all’ospedale di Vercelli.. Molti maltrattamenti ad opera di donne verso uomini non vengono denunciati, perchè l’uomo in genere è restio a raccontare di essere stato picchiato da un donna..E’ una dato importante su cui penso però si possa far poco per avere numeri precisi

    1. Ciao Maxianna il dato sul Pronto Soccorso di Vercelli del 2015 è il primo che riesco a sapere da noi in Liguria non si riesce ad avere nulla e questo rende le cose più difficili!!! Grazie se avessi altri dati te ne sarei grata.

      1. purtroppo è un dato non ufficiale ma fornitomi da un mio amico medico che lì ci lavora.. Non saprei dirti se è possibile reperire dati dalla direzione generale.. Posso informarmi ma non vorrei che mi dicono di no solo perchè non sono giornalista

  9. Il link sul pdf interno.gov e stato rimosso? Lo volevo leggere per sicurezza. Hai il file ufficiale da un altra parte? Grazie

      1. grazie, anche a te? Io purtroppo ho trovato solo dati parziali sul sito del ministero degli interni.. Gli omicidi familiari, rispetto ai dati del 2006 ancora in netto calo: 163! Eppure in tv sembra non si parli di altro. Un altro mito che mi piacerebbe sfatare sul tuo sito è quello della disciminazione sul lavoro.. La neo sindaca di Roma, appena eletta in conferenza stampa ha parlato di “uguaglianza tra uomo e donna è una chimera!” Pazzesco, e nessuno ha scritto una sola riga su un quotidiano. I dati che io ho trovato dicono tutto l’opposto. Ora, non fraintendermi, non ci conosciamo e non voglio apparirti come uno che ha un pessimo rapporto con le donne. Così non è, ma è molto fastidioso che il gentil sesso debba ribaltare o manipolare la realtà in modo falso. Che debbano sempre “urlare” che i loro diritti sono calpestati, che gli uomini le odiano e le ostacolano in ogni modo. E’ proprio questo, a mio parere, che genera tensioni che invece non dovrebbero esistere.. E’ rimarchevole nel tuo articolo, il dato sui femminicidi in Svezia, patria della assoluta parità tra uomo e donna. Questo fa pensare..

  10. Maxianna Pictor concordo pienamente sia con i dati sulla “falsa” emergenza femminicidio, sia sui dati riguardanti il lavoro. E della vergogna delle Quote Rosa vogliamo parlarne ??? Da donna trovo vergognoso che a minoranza di voti una donna possa prendere il posto di un uomo che ha ottenuto più voti. Voglio uno Stato che garantisca Giustizia alle persone! Abbasso questa Cultura di m…a di persone a cui viene propinata una realtà di comodo (di comodo secondo gli interessi eonomici dele lobby) e che in maniera subdola ti impasta il cervello.

  11. Ma ci sei o ci fai? E quelli che approvano hanno in mano i dati ufficiali prima in sperticarsi in lo sapevo io!” (http://www1.interno.gov.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/14/0900_rapporto_criminalita.pdf) ? Il primo dato che leggo sul rapporto nazionale dice che il coniuge/convivente/fidanzato(a) uccide il partner femminile/maschile per 62,9/26, cioè ci sono 2-3 volte più vittime donne che uomini, se parliamo di relazioni sentimentali, mentre in relazioni sentimentali/extraconiugali il rapporto si inverte con 3,8 a 10,3. Gli altri dati che vedono come vittime i n numero maggiore i maschi non specificano se l’oomicida sia uomo o donna… impara a leggere la statistica prima di spararle!!!

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