Una considerazione sull’antispecismo-vegano

La nostra epoca ricca e opulenta (per alcuni) ha prodotto l’ultima moda: il veganismo. Fenomeno prettamente occidentale, al di là dell’India induista. Non è ancora diventata di massa e mi auguro che non lo diventi. Io che mi sono sempre considerato un ambientalista, non riesco a capire come si possa rifiutare in toto qualsiasi derivato animale. Come li nutrite i vostri bambini? Posso capire che una persona rifiuti la carne perché implica l’uccisione di animali, ma il resto?

Cosa sono i vegani se non il prodotto del capitalismo di una società benestante, o forse dovrei dire di una classe benestante. Perché ci si preoccupa tanto del benessere degli animali mentre le persone, soprattutto oggi, non hanno più alcun diritto lavorativo – che pregiudica sostanzialmente la loro dignità – trasformandoli praticamente in degli schiavi? E’ possibile accettare di essere chiamati assassini solo perché si mangia carne animale? No, non si può accettare in alcun modo. Gli essere umani hanno il diritto di scegliere se mangiare carne o meno, perché se ognuno di noi rischiasse di morire di fame, nessuno si priverebbe della carne pur di sopravvivere.

Come si può accettare un’idea talmente criminale, non creando repulsione nei vegani, come quella del filosofo ebreo-australiano Peter Singer? Quest’ultimo predica la non-violenza contro gli animali, ma contemporaneamente accetta la pedofilia, la zooerastia o zoofilia sessuale, e addirittura arriva a predicare che si può sopprimere un bambino entro il primo o secondo mese di nascita perché in quel lasso di tempo egli vale meno di un animale. Quale mostruosità ha creato questo pensiero? Questo signore insegna a Princeton ed è uno dei guru più conosciuti e popolari del movimento vegano-animalista.

Gandhi affermava che la civiltà di una società si dimostrava da come venivano trattati gli animali. Io dissento completamente da questa affermazione. Hitler non mangiava carne eppure ha ucciso milioni di persone. Quando i nazisti salirono al potere, contemporaneamente alle violenze anti ebraiche, fecero approvare una serie di leggi a favore della protezione degli animali. Chi ama gli animali non rende gli stessi migliori, dal punto di vista umano, rispetto a chi invece non li ama o magari li alleva per ucciderli. Un cacciatore in quanto tale non è un criminale, sempre che non abbatta animali protetti, per quanto io non sia a favore della caccia. Spesso i cacciatori vengono usati per abbattere specie alloctone che procurano seri danni alla nostra fauna. Cosa dire dello scoiattolo grigio importato dagli Stati Uniti e della nutria, solo per fare due esempi?

Il pensiero antispecista mi sembra un’altra aberrazione dei nostri tempi. Quindi gli esseri umani dovrebbero essere considerati alla stregua di polli e bovini, esattamente allo stesso modo? Dovrei preoccuparmi allo stesso modo sia di mia moglie che di una pecora o di un gatto? Non vi sembra che ci sia una bella differenza tra noi e loro? Se non si mangiassero gli animali da allevamento probabilmente bisognerebbe abbatterli quasi tutti. A cosa servirebbero milioni di polli, bovini, maiali ecc. se non per essere mangiati? Forse una lotta intelligente sarebbe quella di diminuire il consumo di carne, ma non di azzerarlo completamente. Semmai bisognerebbe tornare a mangiare carne una volta o due la settimana, come si faceva un tempo, prima del boom economico. Questa sarebbe una lotta sensata e priva di estremismi animalisti che stanno diventando sempre più aggressivi e insensati. Gli animali bisogna rispettarli e amarli proprio perché sono diversi da noi e non perché sono uguali a noi. Quale senso avrebbe altrimenti? L’idea antispecista è un’idea estremista e pericolosa, tant’è che in Germania è nato un movimento di zoofili sessuali (tra l’altro si dichiarano tutti animalisti), che vogliono vivere liberamente la loro perversione, avanzando idee di convivenza con gli stessi, insomma uno stile di vita. C’è chi si sposa una donna e chi un cane… Ecco a cosa può portare un’idea antispecista. La deriva è inimmaginabile.

Un’ultima considerazione: perché si lotta così tanto per i diritti degli animali, certamente indifesi, mentre non si dice nulla rispetto all’aborto, che invece riguarda direttamente gli esseri umani, ma ugualmente indifesi? Perché l’aborto sì mentre la carne animale no? E’ preferibile uccidere un essere umano in potenza piuttosto che uccidere un animale per cibarsene? Questa mi sembra un’altra stortura del movimento vegano-antispecista. La violenza sì, ma contro gli esseri umani. Per un pollo è consentito piangere e sbraitare, eppure un feto si può maciullare e avvelenare nel ventre materno. Sì, questo per loro è perfettamente accettabile.

Gli essere umani e gli animali sono diversi, come l’uomo è diverso dalla donna, questo va riconosciuto. Anche l’interpretazione un po’ fraudolenta di Darwin e dell’evoluzione umana va chiarita una volta per tutte. Darwin non ha mai detto che l’uomo è uguale alle scimmie o agli animali in generale, anche se la sua teoria indica una discendenza da esse. Proprio perché l’uomo si è differenziato molto nel corso della storia, nonostante abbiamo in comune il 90% e passa dei geni ,come indicano gli scienziati, non si può in alcun caso azzerare le differenze evoluzioniste intercorse tra loro. L’antispecismo non ha alcuna ragione di esistere. Per converso ha ragione di esistere la pretesa del rispetto della dignità animale da parte dell’uomo, negli allevamenti come dovunque. E chi sbaglia e procura violenze inutili agli animali va punito. Ma siamo sicuri che questo possa avvenire, visto che in carcere non ci va più nessuno, stupratore o assassino che sia? Bisogna ripartire dall’uomo e insegnargli a rispettare prima di tutto i propri simili, solo così si possono anche rispettare gli animali. Non credo che si possa fare l’inverso.

Io direi: una società civile si dimostra tale da come tratta i propri simili. E noi come ci trattiamo?

6 risposte a "Una considerazione sull’antispecismo-vegano"

  1. Ho letto alcuni dei suoi articoli e anche la sua presentazione e non ho potuto fare a meno di notare che tra i suoi interessi lei cita anche una certa passione per la filosofia e per l’ambiente.
    Io sono una studentessa di Filosofia e sono molto attenta alle tematiche ambientali,e sono costretta a dirle che il suo articolo crea solo una grande confusione! Mi premetto di ricordarle che da Cartesio in poi(il quale considerava gli animali delle macchine)le cose sono cambiate.In ambito filosofico ad esempio,ci si chiede se il dolore,la sofferenza e la paura siano dei sentimenti esclusivamente umani e le assicuro che per trovare una risposta negativa a questa domanda non bisogna scomodare Hitler,basta infatti citare pensatori illustri e scrittori che a differenza di quest’ultimo non hanno un passato scomodo alle spalle(mi riferisco ad Arthur Schopenhauer,Immanuel Kant,Milan Kundera,Lev Nikolaevic Tolstoj,Theodor Adorno e potrei andare avanti per un bel pò!)Certo è molto più semplice ridurre la questione citando Hitler e collegando il suo presunto “amore” per gli animali alle brutalità che ha compiuto poi sugli uomini! E’ davvero troppo semplice ridurre una questione così complessa e miscelarla alla questione dell’aborto e della violenza dei nazisti! Dopo anni che studio filosofia go imparato una cosa fondamentale,ho imparato a dubitare di ogni mia certezza e di tutto quello che gli altri accettano come verità assoluta.Un mio grande maestro(Docente di Filosofia Morale) mi diceva sempre,durante le sue lezioni,che è la ragione,che ragionando su sè stessa trova la ragione migliore! Io non amo gli estremismi,non amo offendere gli altri e non mi piace ragionare con persone piene di pregiudizi.Per me è fondamentale il rispetto per l’altro e il fatto che io sia vegana non mi ha mai portato ad offendere o ad aggredire chi invece ha scelto di nutrirsi in maniera diversa! Inoltre le assicuro,che il fatto di difendere l’ambiente e di mangiare il seitan piuttosto che la fiorentina non mi impedisce di AMARE le persone!Le accuse che lei muove verso chi ha semplicemente fatto una scelta alimentare diversa,sono piene di luoghi comuni e banalità,mi dispiace che ci siano ancora persone che come lei riescano a giudicare una scelta personale con

    1. Buonasera, mi spiace che lei si sia sentita giudicata dal mio articolo, non era quello l’intento. Non mi riferivo a tutti gli anti-specisti, ma a una parte di loro. Volevo esprimere un parere sul movimento anti-specista, in cui confermo che ci sono delle spinte a dire poco preoccupanti. Ho personalmente conosciuto delle persone che mi hanno detto quanto amassero gli animali e contemporaneamente odiassero gli uomini. Purtroppo non sono casi isolati in questo movimento. Io mi considero un ambientalista a cui sta a cuore la conservazione dell’eco sistema, ma non posso in alcun modo approvare le idee vergognose di Peter Singer e accoliti. Lei sa che in Germania è nato un gruppo di zoofili sessuali? Questi signori si professano anti-specisti. Ho letto in vari siti vegani e anti-specisti dare dell’assassino a chi mangia carne e agli allevatori di animali. Questo mi induce a pensare che certe idee sono pericolose per la società. Lei mi parla di Hitler e di tutti i luoghi comuni di cui sopra, ma Hitler, così come l’aborto, era semplicemente un esempio per indicare che spesso si può essere molto umani con gli animali e contemporaneamente disumani con gli esseri umani. Tutto qui.
      Una piccola provocazione: se da domani tutte le persone smettessero di mangiare carne, che fine farebbero i miliardi di animali da allevamento? Se smettessimo di fare sperimentazione sugli animali, come faremmo a testare i farmaci?

  2. termini così duri.E comunque le lascio la parte di un testo di Milan Kundera,uno dei miei scrittori preferiti,lasciando a lei il compito di continuare con queste sterili polemiche!
    “Tereza continua ad accarezzare la testa del cane Karenin che riposa tranquillamente sul suo grembo. Dentro di sé fa più o meno questo ragionamento: Non c’è alcun merito a comportarsi bene verso il prossimo! Te­reza è costretta a essere corretta nei confronti degli altri contadini perché altrimenti non potrebbe vivere nel villaggio. E persino nei confronti di Tomàs deve comportarsi con amore perché ha bisogno di Tomàs. Non potremo mai stabilire con certezza fino a che punto i nostri rapporti con gli altri sono il risultato dei nostri sentimenti, del nostro amore, del nostro non-amore, della nostra bontà o del nostro rancore e fino a che punto sono condizionati dal rapporto di forze tra gli individui.
    La vera bontà dell’uomo si può manifestare in tut­ta purezza e libertà solo nei confronti di chi non rap­presenta alcuna forza. Il vero esame morale dell’uma­nità, l’esame fondamentale (posto così in profondità da sfuggire al nostro sguardo) è il suo rapporto con coloro che sono alla sua mercé : gli animali. E qui sta il fondamentale fallimento dell’uomo, tanto fonda­mentale che da esso derivano tutti gli altri.
    Una delle giovenche si avvicinò a Tereza, si fermò e la fissò a lungo con i grandi occhi bruni. Tereza la conosceva. La chiamava Marketa. Le sarebbe piaciuto dare un nome a tutte le sue giovenche, ma non po­teva. Erano troppe. Una volta, tanto tempo prima, di sicuro più di quarantanni addietro, tutte le muc­che del villaggio avevano un nome. (E se il nome è il segno dell’anima, posso dire che esse ne avevano una a dispetto di Descartes). Ma poi il villaggio era stato trasformato in una grossa fabbrica collettiva e le muc­che vivevano tutta la loro vita nei due metri quadrati della stalla. Da allora non hanno più un nome e si so­no trasformate in « machinae animatae ». Il mondo ha dato ragione a Descartes.
    Ho sempre davanti agli occhi Tereza seduta sul ceppo che accarezza la testa di Karenin e pensa al fal­limento dell’umanità. E nello stesso istante mi appare davanti agli occhi un’altra immagine: Nietzsche esce dal suo albergo a Torino. Vede davanti a sé un cavallo e un cocchiere che lo colpisce con la frusta. Nietzsche si avvicina al cavallo e, sotto gli occhi del cocchiere, gli abbraccia il collo e scoppia in pianto.
    Ciò avveniva nel 1889 e a quel tempo anche Nietz­sche era già lontano dagli uomini. In altri termini, proprio allora era esplosa la sua malattia mentale. Ma appunto per questo mi sembra che il suo gesto ab­bia un significato profondo. Nietzsche era andato a chiedere perdono al cavallo per Descartes. La sua paz­zia (e quindi la sua separazione dall’umanità) inizia nell’istante in cui piange sul cavallo.
    È questo il Nietzsche che amo, così come amo Tereza sulle cui ginocchia riposa la testa di un cane mor­talmente malato. Li vedo l’uno accanto all’altra: en­trambi si allontanano dalla strada sulla quale l’uma­nità, «signora e padrona della natura», prosegue la sua marcia in avanti.”

  3. Sono pienamente d’accordo con lei sulla questione della zoofilia.Per il rispetto che nutro nei confronti di ogni essere vivente non potrei mai pensare di accoppiarmi con un cane,mi pare logico,è ovvio che è dagli estremismi che nascono alcune “perversioni”.Non mi sono sentita offesa,ho voluto semplicemente parlarle della mia esperienza.E’ vero che in molti siti c’è scritto che chi mangia carne è un assassino(l’assassino etimologicamente parlando è colui che volontariamente uccide,niente di più! E se ci si riferisce a colui che lavoro al mattatoio l’uso del termine è corretto) ma in molti altri c’è scritto che siamo figli del demonio e che ci meritiamo di bruciare all’inferno(http://www.cattoliciliberi.it/vegani_culto_38.html NE CONSIGLIO LA LETTURA)non pensa che forse questo sia molto più grave del fatto di voler mangiare semplicemente in maniera diversa? Inoltre per la questione degli allevamenti,le assicuro che le galline,i conigli e così via in origine non erano già chiusi in gabbie per volere divino.Allora bisognerebbe analizzare la questione partendo dal presupposto che siamo il prodotto di una certa cultura.Il cammino della storia ci ha plasmati in un certo modo,ha plasmato le nostre abitudini e le nostra cultura fino a renderci quel che siamo.Ma nel corso della storia l’evoluzione umana ci ha portati anche a rimettere in discussione delle cose che davamo per scontate,io semplicemente non credo che esista una verità assoluta e quindi non penso che sia così sbagliato mettere in discussione anche il nostro modo di rapportarci agli animali e all’ambiente.Io le posso solo assicurare che la mia scelta è assolutamente pacifica,la volontà di non fare del male agli animali non mi porta ad odiare le persone e come lei legge dai siti vegani delle assurdità,le consiglio anche dii vedere altrove,dove a persone come me viene augurato l’inferno!Per la questione di Nietzsche le assicuro che non ha perso la testa proprio a torino,mentre abbracciava il cavallo… “Una filosofia come la mia – diceva – è come una tomba. Non si riesce a vivere insieme a lei”Sa forse ci sono persone che non si possono così banalmente definire folli,sono piuttosto persone che sono andate oltre il confine “stabilito”.Solo leggendo le sue opere si può comprendere quanto la sua vita(e quella di tutti noi)sia simile a quel funambolo che cammina su una corda tesa sull’abisso!

    1. Se ci riferiamo all’etimologia della parola, allora siamo tutti assassini. Chi non ha mai ucciso un insetto? Mi pare che in Tibet si raccolgano i vermi dal terreno, prima di scavare per costruire o seminare il terreno. Forse l’unica eccezione all'”insetticidio”.
      Interessante il sito cattolico… ma io non credo né all’inferno né al paradiso nonostante abbia molto rispetto per le religioni, in particolare modo per quella cristiana. Hanno scritto oggettivamente delle assurdità nelle conclusioni. Augurare l’inferno e cose simili mi sembra puerile. Però, effettivamente, l’anti-specismo per molti di loro è una religione, esattamente come quella cattolica. Bazzicando nei siti anti-specisti si può facilmente riscontrare intolleranza e odio verso i carnivori e altre categorie di persone, in special modo verso gli anti-specisti di destra o non referenti alla sinistra tradizionale… Quindi nessuna meraviglia che scadano in taluni casi nella violenza. Io credo nella sua buona fede come in quella di tante altre persone vegane, ma continuo a pensare che l’uomo abbia il diritto di cibarsi degli animali. Secondo me la vera conquista sarebbe quella di migliorare la vita degli animali da allevamento, con leggi più ferree verso chi li maltratta. Sarebbe un’ottima cosa limitare o abolire la caccia, spesso indiscriminata verso tutto ciò che si muove. Poi che una persona mangi carne o meno dovrebbe essere esclusivamente una scelta personale.
      Buona giornata

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